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DAZI: PERDUTO 1 MLD DI € IN 5 ANNI COL’EMBARGO ALLA RUSSIA

 

DAZI: PERDUTO 1 MLD DI € IN 5 ANNI COL’EMBARGO ALLA RUSSIA

 

Le esportazioni agroalimentari Made in Italy hanno perduto oltre un miliardo di euro negli ultimi cinque anni causa blocco delle spedizioni, per il divieto all’ingresso di frutta e verdura, formaggi, carne e salumi, etc., in Russia. che ha colpito una importante lista di prodotti agroalimentari con il divieto all’ingresso di frutta e verdura, formaggi, carne e salumi, etc,

Dato che dall’analisi della Coldiretti diffusa in occasione dell’anniversario dell’embargo deciso 5 anni fa dal presidente Vladimir Putin con decreto n. 778 del 7 agosto 2014 e più volte rinnovato come ritorsione alla decisione dell’Unione Europea di applicare sanzioni alla Russia per la guerra in Ucraina.

L’agroalimentare italiano rappresenta il settore colpito direttamente dall’embargo che ha portato al completo azzeramento delle esportazioni dei prodotti presenti nella lista nera, dal Parmigiano Reggiano al Grana Padano, dal prosciutto di Parma a quello San Daniele, ma anche a frutta e verdura, in primis le mele.

“Si tratta di un costo insostenibile per l’Italia e l’Unione Europea ed è importante che si riprenda la via del dialogo”, ha affermato, nell’occasione, il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, evidenziando come “il settore agroalimentare sia stato, e continui ad essere, stato merce di scambio nelle trattative internazionali senza alcuna considerazione del pesante impatto che ciò comporta sul piano economico, occupazionale e ambientale per il settore primario del nostro Paese, non solo”.

Pericolo che si sta trasferendo anche alle recenti tensioni commerciali con gli Stati Uniti dove il presidente Trump ha minacciato l’applicazione di pesanti dazi su una lunga lista di esportazioni Made in Italy, soprattutto vino e olio, causa dello scontro sugli aiuti al settore aereonautico che coinvolge l’americana Boeing e l’europea Airbus. Sarà la prima sfida che dovrà affrontare la nuova Commissione Europea guidata dalla tedesca Ursula von der Leyen, che dovrà gestire i complessi rapporti con gli Usa oltre che superare i motivi di divisione con la Russia nell’impegnativo obiettivo di valorizzare l’agroalimentare europeo nel contesto internazionale.

Alle perdite dirette subite dalle mancate esportazioni in Russia, si sommano – continua Coldiretti – quelle indirette dovute al danno di immagine e di mercato provocato dalla diffusione sul mercato russo di prodotti di imitazione del Made in Italy. Nei supermercati russi, infatti, si trovano, attualmente, fantasiosi surrogati locali che hanno preso il posto dei cibi italiani originali, come: la mozzarella “Casa Italia”, l’insalata “Buona Italia”, la Robiola Unagrande, la mortadella Milano, il parmesan, la scamorza, il mascarpone e tanti altri.

Il rischio – continua Coldiretti – riguarda non solo la ristorazione italiana in Russia la quale, dopo una rapida esplosione, sta rischiando di essere frenata per la mancanza degli ingredienti essenziali, quanto la crescita della speculazione imprenditoriale che si sta arricchendo con la produzione e la commercializzazione del falso agroalimentare ‘made in Italy’.

Un situazione, il blocco russo, dannoso per l’Italia anche se – precisa Coldiretti – è da sottolineare che, nel 2018, l’export agroalimentare italiano è cresciuto del 7% rispetto all’anno precedente raggiungendo i 561 milioni di euro grazie ai comparti non colpiti dall’embargo, come vino, paste alimentari, pomodori pelati e polpe, tabacchi e olio, a conferma della fame d’Italia dei cittadini russi. I valori che sono, comunque, decisamente inferiori a quelli del 2013, l’ultimo anno prima dell’embargo, quando le nostre esportazioni agroalimentari raggiunsero i 705 milioni di euro.

 

 

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