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GLI OSCAR GREEN COLDIRETTI 2020 CONFERMANO L’EFFERVESCENZA INNOVATIVA DELL’AGRICOLTURA

 

Fantasia, creatività ma anche desiderio di innovare oltre alla voglia di presentarsiu nell’agone nazionale e internazionale con i frutti di esperienze unica hanno assicurato all’edizione 2020 degli Oscar Green l’interesse e l’attenzione dovute all’universo di un sistema imprenditoriale, soprattutto giovane, che sta interpretando correttamente il proprio ruolo nell’Era dell’economia globalizzata. I premi sono stati consegnati ai vincitori nelle diverse categorie (Creatività, Sostenibilità, Fare Rete, Campagna Amica, Sociale) in cui si articola la competizione nel corso delle finali di Roma, presenti il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, e la delegata nazionale dei Giovani, Veronica Barbati.

 “Le storie dei giovani vincitori dell’Oscar Green sono rappresentative di un modello di innovazione sostenibile in agricoltura che affonda le sue radici nella terra e nelle comunità – sottolinea la delegata nazionale di Coldiretti Giovani Impresa Veronica Barbati -. Storie di giovani, veri protagonisti italiani del Green Deal, che nascono tanto dall’esigenza di rendere reale un sogno individuale d’impresa quanto dalla voglia di dare risposte alle necessità di una collettività, realizzando prodotti originali o arricchendo il territorio di servizi altrimenti impossibili da garantire”.

QUESTI I VINCITORI DELL’EDIZIONE 2020

DI OSCAR GREEN COLDIRETTI.

 

CATEGORIA CREATIVITÀ: L’UVA SOTTOMARINA DIVENTA NETTARE DEGLI DEI

Giulia Arrighi (Toscana)

Per aver reso possibile la riscoperta di una storia di 2.400 anni che, grazie agli infaticabili studi di un grande ricercatore, il prof Attilio Scienza, ha reso possibile di conoscere il sapore del ‘nettare degli dei’ degli antichi greci. Un vino, forse il più mitologico di sempre prodotto nell’isola di Chio, per il quale Giulia e suo padre si sono messi sulle tracce di quel prodotto che allietava i palati ellenici. Quel segreto antico, infatti, era nel mare.

I grappoli appena raccolti, vi sono stati immersi (oggi come allora) per accelerarne il processo di fermentazione e restituire quella salinità al palato che faceva impazzire i commensali ai banchetti degli antichi signorotti dell’Impero Romano. Una tecnica d’altri tempi che consente di non utilizzare solfiti. L’unico disinfettante antiossidante naturale impiegato nella produzione di questo vinoè il sale del mare.

 

CATEGORIA FARE RETE: TINTURE CONTADINE SALVA TERREMOTO

Gianluca Nappo (Abruzzo)

In Abruzzo, terra devastata dal terremoto, che per ripartire punta sul gioco di squadra e sulla sua gemma più preziosa: lo zafferano.

Nel proprio laboratorio Gianluca, dove produce accessori uomo/donna natural fashion colorati con eccellenze enogastronomiche abruzzesi tra cui principalmente zafferano senza utilizzare additivi chimici col risultato di realizzare un prodotto artigianale nel massimo rispetto dell'ambiente.

Impegno che ha dato vita ad un patto con i coltivatori di zafferano, premessa per il riscatto salva - terremoto.

In pieno centro all’Aquila, tra le gru della ricostruzione, il giovane imprenditore ha aperto, di recente, un punto vendita con prodotti interamente tinti con lo zafferano e, in alternativa, con il vino Montepulciano d’Abruzzo.

 

CATEGORIA SOSTENIBILITÀ: ARRIVA IL MAIS DI VETRO DELLE TRIBÙ CHEROKEE

Marco Zozzoli (Friuli Venezia Giulia)

A Illegio, piccolo borgo della Carnia, nonché patria della polenta e del mais tradizionale, Marco, giovane agricoltore e appassionato custode di antiche colture, oggi produce un particolare tipo di mais: “la gemma di vetro”, due secoli orsono realizzata dalle antiche tribù Cherokee.

La pannocchia, più piccola rispetto alle nostre, ma di straordinaria bellezza. E’ un mais rustico, non ha bisogno di particolari trattamenti e si è adattato in brevissimo tempo alle situazioni pediclimatiche nostrane sorprendendo persino i vecchi contadini del posto.

Da un solo seme, nascono diverse piante. Una sola pianta porta fino a tre pannocchie. Con tutte le tonalità del vetro, dal blù intenso al trasparente come l’acqua, fino al viola, vinaccia e turchese. Con questo squisito mais Marco realizza molti prodotti, dalla farina fino ai biscotti.

 

CATEGORIA IMPRESA 4.0 : IL WEST ITALIANO – BENVENUTI TRA I BISONTI

Massimiliano Gatti Umbria)

Ciò che ha colpito Massimiliano Gatti, il primo allevatore hi-tech italiano di bisonti allo stato brado, e a stuzzicarne l’impegno sono state le carni di questo animale. Magre, colesterolo quasi inesistente, omega 3 e omega 6 alle stelle e una quantità di ferro impareggiabile. Ma anche la sua versatilità. Del bisonte per davvero non si butta via niente. Dalla pelle prestigiosissima per lavorazioni di alto valore artigianale, alla lana, paragonabile al cachemire, al quinto quarto e a tutti i tagli di carne. Variegate opportunità di reddito girano attorno a questo tipo di allevamento dagli artigiani che lavorano pelle e lana, a un dedalo di ristoranti che puntano sull’eccellenza, sull’innovazione in tavola, nonché sulla salubrità delle sue carni.

 

CATEGORIA NOI PER IL SOCIALE: AGRICOLTORI ANTI - MAFIA

Luca Cammarata (Sicilia).

L’ingiustizia e il riscatto. Questo raccontano oggi le meravigliose terre di Sicilia, riscattate alla mafia e consegnate agli ultimi. Luca e Davide Cammarata, hanno trasformato gran parte di questi spazi rurali in una azienda agricola con finalità sociali e qui, insieme alle associazioni del territorio, Real Dream e San Cataldo, in collaborazione con l’Asp 2 di Caltanissetta hanno dato vita al progetto Orto Matto. Siamo nell’area di  Mimiani (Caltanisetta), dove la biodiversità riesce a dare il meglio di sé. Si piantano ortaggi e si allevano capre, pecore, mucche e suini. Tutta l’operosità è affidata alle preziose mani degli assistiti e ai minori stranieri non accompagnati. Dalla semina alla cura delle coltivazioni, fino al raccolto e alla vendita nei mercati di Campagna Amica. La prepotenza ha dovuto cedere il passo alla tenerezza degli ultimi.

 

CATEGORIA CAMPAGNA AMICA: FORMAGGIO D’ASINA

Leonardo Belotti (Lombardia)

Dire formaggio d’asina è come parlare dei miracoli. Basta pensare che per una piccolissima caciottina servirebbero centinaia di euro di latte. E’ talmente esigua la quantità di latte prodotta dall’asina e il suo periodo di lattazione. Tuttavia, oggi, in Val Brembana, sui pascoli di Arlecchino che alla nota maschera dà il nome uno di questi formaggi, realizzato con latte d’asina, di capra e di mucca. L’altro è invece il formaggio dei Tasso, nota famiglia che discende da Torquato Tasso, reslizzato solo con latte d’asina e di capra. Due formaggi, che nascono dai pascoli d’alta montagna incontaminati, offrendo alle asine solo erba e fieno della valle, si miscelano al latte delle capre e delle mucche dei pastori che collaborano con Leonardo.

 

 

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