Recuperati olivi storici nella Pedemontana Trevigiana:
la Padanina, la Segalina, la Tonda di Villa e la Belvedere
Cavaso del Tomba, Sabato, 10 ottobre 2020 - Nella seconda metà degli anni Novanta del secolo scorso le varietà d’olivo che si erano create ed evolute nei territori del Trevigiano furono oggetto di una approfondita attività di ricerca da parte dell’ATO (Associazione Trevigiana Olivicoltori).
Attività voluta dall’allora presidente Franco Vettoretti e dall’agronomo Giovanni Alberton, conoscitori del territorio per gli aspetti colturali, climatici e pedologici.
L’analisi fu intrapresa con l’individuazione di olivi che, a memoria storica, potevano contenere nella forma, nella struttura e nelle parti della pianta, caratteristiche tali da costituire delle cultivar locali, prodottesi in quelle particolari condizioni ambientali e propagate da olivicoltori trevigiani.
Nel 1996, l’ATO interessò la Comunità Montana del Grappa che presentò un progetto di studio sulla presenza di varietà d’olivi locali. La Comunità Montana contribuì al finanziamento del progetto, nella misura del 50%, per valutare e monitorare ecotipi d’olivi, basato la ricerca sulla
memoria storica di olivicoltori, rilevando le caratteristiche pomologiche, morfologiche, produttive e la resistenza a malattie.
Nella realizzazione del lavoro furono coinvolti anche Pietro Tonutti dell’Università degli Studi di Padova e Orietta Pavan, agronomo e capo panel, oltre allo storiuco Gabriele Farronato.
Questo lavoro rese visibilmente distinguibile quattro varietà: Segalina, Padanina, Tonda di Villa e Belvedere, individuandone il portamento, la vigoria, le caratteristiche biologiche, la produttività, la resa in olio, l’eventuale tolleranza alle avversità.
I risultati di questo lavoro furono presentati nel 2001 presso l’Istituto agrario G. B. Cerletti Conegliano Veneto (Tv).
Brevemente, le caratteristiche delle quattro cultivar d’olivo oggetto di studio.
La Tonda di Villa
L’etimologia del nome Tonda di Villa fa riferimento alla forma della drupa, tendenzialmente sferica. La presenza di questa cultivar d’olivo si trova nella frazione di Villa di Villa del Comune di Cordignano e si estende ai comuni di Cappella Maggiore, Vittorio Veneto, Sarmede, Fregona.
Marginalmente la Tonda di Villa è presente anche in altre località della fascia pedemontana, dove è denominata, in prossimità di Maser “Segalina”.
La qualità dell’olio monovarietale è d’indubbio interesse presentando un’intensità di fruttato medio con una dominanza delle note di verde erbaceo e foglia di carciofo.
L’amaro è contenuto così pure il piccante, aspetto questo legato anche al clima e, questo, lo rendo particolarmente armonico ed equilibrato.
La Tonda di Villa ha affinità con la cultivar Matosso, coltivata sui Colli Euganei, e con un'altra pianta denominata “Segalina”. Tonda di Villa, Matosso e Segalina appartengono quindi a una medesima varietà.
Belvedere
L’origine del nome Belvedere non è conosciuta, forse al luogo di produzione o alle caratteristiche morfologiche dell’albero o dell’oliva. La Belvedere è una cultivar da olio di discreta produttività, una maturazione media tardiva, ha un profilo organolettico simile al Frantoio, però più gradevole, con note di foglia di carciofo e di erba fresca.
Padanina
Anche per la Padanina l’origine del nome è probabilmente collegata al luogo di produzione la Padania, sinonimo con cui s’indica la Pianura Padana; ha drupa piccola e allungata come il Frantoio. L’olio che se trae da quest’oliva è limitato anche se gradevole.
Segalina
E’ un olivo di media vigoria, con chioma fitta, foglie di medie dimensioni lanceolate, l’oliva varia da media a grande, è tondeggiante, di colore verde scuro. Queste caratteristiche certamente non giustificano il nome di quest’olivo, salvo che non pensiamo al colore dell’olio, un tempo ottenuto da olive mature, o in sovra maturazione, dalle tonalità gialle tenui, assomigliante a quello della segala matura. Quest’olivo è similare alla Tonda di Villa e alla Buga.
Valutazioni
Queste indagini permisero di non perdere quei caratteri che identificano e specificano il territorio trevigiano, consentendo una loro conservazione, una diffusione in nuovi impianti olivicoli e una valorizzazione dell’olio ottenuto, evitando così il rischio di diminuire, o perdere, parte dei caratteri, i quali manifestano e riconoscono un territorio.
Altro importante contributo fu la moltiplicazione e la distribuzione di queste cultivar, il cui materiale vegetale, raccolto dal dott. Giovanni Alberton, fu riprodotto dal Vivaio Gozzo Luigi di Verona.
L’Università di Padova
Sul finire degli anni Novanta si affiancò l’Università degli Studi di Padova, che estese le ricerche
al patrimonio genetico, permettendo di compiere una prima indagine e di individuare gruppi di olivi tra loro simili, rispetto a un insieme di caratteri.
Questo lavoro è stato propedeutico per l’iscrizione al Registro Nazionale delle Varietà, previsto dal Decreto ministeriale 24 luglio 2003.
Questi preliminari studi sono stati pubblicati su L’Informatore Agrario n. 43 3/9 novembre 2006;
F.Ziliotto, M.Ferasin, N.Cultrera, R.Mariotti, P.Tonutti
“Le varietà di olivo della Pedemontana trevigiana”.
Da questo studio preliminare emerge che la cultivar Tonda di Villa presenta dei caratteri distintivi vicini a varietà coltivate sui Colli Euganei (provincia di Padova), come il Matosso, e, in Croazia, come la Buga.
Più incerta è l’identificazione della cultivar “Belvedere”, che possiede un proprio profilo genetico, ma non si distingue in maniera decisa da piante appartenenti alla grande famiglia del Frantoio. Il 5 febbraio 2011 a Cordignano Massimo Ferrasin, pertinente all’Università di Padova, presentò un ulteriore resoconto delle cultivar di olivo “Tonda di Villa” e “Belvedere” e ampliò la visione sulle prospettive di una loro diffusione per valorizzare il territorio, con indicazioni di carattere agronomico per la loro coltivazione.
Interreg “Uelije II” - Ecotipi locali
Dal 2012 al 2015 l’AIPO ha aderito a un programma del Fondo europeo di sviluppo regionale per la cooperazione tra regioni dell'Unione europea, Interreg Uelije II, dedicando un “Studio e conservazione del materiale vegetale autoctono” per le provincie di Ravenna, Padova e Treviso.
Il lavoro è stato eseguito con l’aiuto di olivicoltori, di Giovanni Alberton, agronomo incaricato dall’ATO, e da Paolo Parmeggiani, agronomo incaricato da AIPO. Le varietà individuate sono state studiate e riportate con descrizione pomologica e agronomica, nello specifico sono stati rilevati i principali caratteri morfologici del fiore, della foglia, della drupa e del nocciolo, e stato esaminato, sotto l’aspetto fisiologico, il carattere di auto compatibilità della pianta.
Sono state individuate, ai fini del presente lavoro, quattro varietà: Segalina, Padanina, Tonda di Villa e Belvedere.
Gli oli ricavati sono stati analizzati chimicamente rilevando i principali parametri, dei quali sono
stati scelti quelli più indicativi come il contenuto in polifenoli e in alfa-tocoferolo, l’acido oleico e
l’acido palmitico.
Gli stessi oli sono stati sottoposti all’esame organolettico di un panel test al fine di definirne, nelle due epoche di lavorazione, il profilo aromatico.
Si riportano i caratteri:
1. Varietà Segalina
La varietà, diffusa in provincia di Treviso nella zona Crespignana (Maser). Geneticamente è riconducibile alla Tonda di Villa e alla Buga.
2. Varietà Tonda di Villa
La varietà, diffusa in provincia di Treviso nella zona di Vittorio Veneto, deriva il suo nome dalla
località Villa di Villa in comune di Cordignano. Geneticamente e riconducibile alla Buga dell’Istria.
3. Varietà Padanina
La varietà, diffusa in provincia di Treviso nella zona di Maser (Treviso). Geneticamente è riconducibile al ceppo del Frantoio.
Considerazioni
Sotto il profilo agronomico, le cultivar si sono dimostrate adatte alle zone in cui sono ormai inserite da secoli, perché produttive e capaci di fornire oli con caratteristiche chimiche e organolettiche apprezzabili. Riguardo all’origine, vista la somiglianza genetica con il Frantoio e la Buga, si ritiene che le varietà possano essere considerate “ecotipi locali”, adattatisi al loro ambiente di coltivazione, meritevoli di propagazione e diffusione sul territorio.
Si considerano ecotipi quegli olivi che sono strettamente collegati, nelle loro caratteristiche, all'ambiente ecologico in cui vivono, sono geneticamente omogenei, ottenuti da una selezione massale in una situazione territoriale circoscritta.