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OLIO EXTRACOMUNITARIO INVADE L’ ITALIA. RISCHI PER IL MERCATO INTERNO

 

Si dovrebbero sospendere le importazioni di olio extracomunitario, soprattutto di quello tunisino, nel periodo della raccolta e, invece, calendarizzarne l’arrivo nei mesi meno caldi per il settore.

Sarebbe un atto responsabile da parte degli organi istituzionali competenti nei confronti di un sistema imprenditoriale che sta affrontando un’annata difficile, causa l’impazzimento climatico che tutt’ora sta condizionando le produzioni della nostra agricoltura e in particolare quelle collegate alla produzione di olio che, nonostante tutto, sta facendo emergere dei livelli qualitativi d’eccellenza in particolare per quelli Dop (denominazione d’origine protetta).

In quest’ottica di è espresso, di recente, anche il presidente nazionale della Federdop Olio, Daniele Salvagno il quale ha ricordato come la siccità che ha colpito quest’annata produttiva ha determinato risultati pesanti tanto sia sulla quantità di olive prodotte quanto sulle rese alla molitura. Una condizione che, secondo il rappresentante della Federdop Olio, consentirebbe alle aziende di avere una corretta remunerazione sui costi sostenuti. L’arrivo, invece, di quantità massive di oli tunisini di incerto valore qualitativo, invece, rischia di avere effetti negativi sul corretto andamento del mercato e delle quotazioni per gli oli di certificata qualità. 

 

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