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CENTINAIO DA IL VIA ALLA BATTAGLIA IN UE PER LA VALORIZZAZIONE DEI PRIMATI DELL’AGRICOLTURA ITALIANA

 

La nomina di Gian Marco Centinaio a Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, nel giorno in cui l’Unione Europea ha presentato la riforma con i tagli dei finanziamenti per l’agricoltura previsti nella nuova Pac, si apre un nuovo importante capitolo a difesa del primato dell’agricoltura italiana in Europa per valore aggiunto, qualità, sicurezza alimentare ed ambientale.

Questi alcuni dei concetti espressi dal Ministro Cenbtinaio al momento del proprio insediamento nel palazzo di via xx settembre e nel momento in cui ha fornito le prime indicazioni al proprio gruppo di lavoro, sottosegretari in primis, ovvero dsa: Franco Manzato (Lega, Laureato in filosofia, consigliere comunale di Oderzo, dove nato e risiede, quindi consigliere regionale, riconfermato nel 2005. Nel 2008 è assessore all’Agricoltura e vicepresidente nella Giunta di Luca Zaia. Nel 2010 è stato rieletto per la terza legislatura) e Antonella Pesce (M5S, dottorato di ricerca in Agricoltura istituzioni e ambiente per lo sviluppo economico. Ha fatto ricerca nel campo economico agrario, ha elaborato centinaia di pubblicazioni scientifiche e curato alcune edizioni del Rapporto sullo stato dell’agricoltura italiana. Nel 2014 era nella Segreteria tecnica di Andrea Olivero. E’ dirigente del Crea (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria).

Il primo impegno ora è la difesa dell’Italia nel negoziato avviato con la proposta di riforma della politica agricola (Pac) presentata dal Commissario Europeo Phil Hogan, DOCUMENTO SECONDO CUI A PAGARE ha proseguito Moncalvo sottolineando che a pagare il conto della Brexit non può essere l’agricoltura, in particolare quella italiana e mediterranea, le cui innovazioni oggi rappresenterebbero la chiave per vincere le nuove sfide che l’Unione si trova a dover affrontare: dai cambiamenti climatici, all’immigrazione, alla sicurezza.

Proseguire sacrificando le legittime aspettative dell’unico settore realmente integrato dell’Unione, significherebbe minare le fondamenta della stessa Ue in un momento particolarmente critico per il proprio futuro.

Sulla linea delle rivendicazioni che il ministro dovrà sostenere nel confronto a Bruxelles, in primo piano ci sono, primariamente: la difesa e la valorizzazione del Made in Italy agroalimentare, oggi minacciato dalla visione omologante del cibo rappresentata in Europa dai Paesi del nord e che ha stimolato la Comunità a portare avanti accordi commerciali, a dir poco ‘delittuosi, con Canada, Giappone, Australia e Mercosur.

Questo significherà ribadire i principi di sovranità alimentare, la piena e totale applicazione dell’etichettatura di origine obbligatoria di cibi e bevande, un nuovo approccio nei trattati di libero scambio con i Paesi terzi e il ripensamento delle scelte fatte sui voucher la cui cancellazione sta creando non pochi disagi al settore.

 

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