PROROGA POLITICA AGRICOLA SALVA CIBO IN UE
MA AUTOSUFFICIENZA ALIMENTARE A RISCHIO SENZA LIQUIDITA’
La proroga, per due anni, delle regole vigenti di politica agricola comunitaria (Pac) è necessaria, non solo, per garantire stabilità e certezza alle imprese agricole che, senza una robusta iniezione di liquidità, è a rischio la sicurezza degli approvvigionamenti alimentari per i cittadini in Europa e con essa uno degli obiettivi fondanti dell’Unione Europea fissato nei Trattati di Roma del 1957.
Lo afferma il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini in riferimento alla posizione approvata dalla Commissione agricoltura dell'Europarlamento sul regolamento transitorio della politica agricola comune che propone di rinviare l'entrata in vigore della nuova Pac sarà spostata al 2023 ma anche istituire un fondo anticrisi da oltre 400 milioni di euro in aggiunta alla normale dotazione finanziaria in favore dell’agricoltura colpita dall’emergenza Covid 19.
Oggi più che mai la politica agricola europea deve disporre di risorse sufficienti per sostenere gli agricoltori e non dipendere dall’estero per cibo e bevande che rappresentano un elemento strategico per la ripresa economica dell’UE.
Questa proroga - sottolinea Prandini - consente di dedicare il tempo necessario ad una riforma della PAC tanto da farne uno strumento di politica economica innovativa, di investimenti, di innovazione, il tutto per garantire la sostenibilità, a lungo termine, delle aziende agricole che in questo momento di crisi necessitano di continuità e flessibilità nella concessione dei sostegni al primo pilastro ed allo sviluppo rurale. “Ora - continua Prandini - è necessario lavorare sulla proposta di modifica del Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) in calendario per maggio allo scopo di assicurare un potere di finanziamento con prospettive di lungo periodo.
Negli Stati Uniti si stanno attivando aiuti per 19 miliardi di dollari (16 miliardi di aiuti diretti e 3 per gli acquisti di latte, carne e ortofrutta da distribuire agli indigenti) che si aggiungono ai 28 miliardi già messi in campo per risarcire i produttori statunitensi delle perdite provocate dalla guerra commerciale con la Cina.