La Commissione Ue ha inviato, la scorsa settimana, un parere motivato all'Italia in quanto le autorità non appaiono in grado di arrestare la diffusione della Xylella fastidiosa.
A causa dell'epidemia di Xylella fastidiosa che ha colpito essenzialmente gli oliveti della Puglia, le autorità italiane erano tenute a rispettare pienamente le norme dell'Ue in materia di organismi nocivi ai vegetali o ai prodotti vegetali e contro la loro diffusione, eventuale, nell'Ue (decisione di esecuzione (UE) 2015/789 della Commissione e direttiva 2000/29/CE del Consiglio).
Tali norme comportavano la rimozione delle piante infette dal territorio colpito non appena fosse stata confermata per la prima volta la presenza di Xylella fastidiosa. In Italia è stata tuttavia notificata la presenza di nuovi focolai e il calendario comunicato dall'Italia non si è rivelato efficace per garantire l'immediata rimozione degli alberi infetti, come prescritto dalla normativa dell'Ue.
La Xylella fastidiosa è uno dei batteri delle piante più pericolosi al mondo e provoca una serie di malattie che hanno enormi ripercussioni economiche sull'agricoltura. Gli Stati membri sono tenuti ad adottare tutte le misure necessarie all'eradicazione della Xylella fastidiosa e vietarne la diffusione in tutti gli Stati membri.
La richiesta della Commissione avviene in forma di parere motivato e fa seguito a una lettera di costituzione in mora già inviata nel dicembre 2015. Successivamente la Commissione ha inviato alle autorità italiane un'ulteriore lettera di costituzione in mora nel luglio 2016.
L'Italia dispone ora di due mesi per ottemperare ai propri obblighi; in caso contrario, la Commissione potrà decidere di deferire l'Italia alla Corte di giustizia dell'Ue