VENDEMMIA 2017, LE PREVISIONI DICONO (PER ORA) OK!
“Forbici” in azione da Ferragosto a NordEst per Chardonnay e Pinot. Uve sane, per questo dita incrociate per la qualità, importante il meteo futuro e le escursioni termiche. Quantità in linea col 2016, nonostante le gelate primaverili. Il quadro nazionale indica un generalizzato calo di produzione, forte al sud; stesso trend in Francia e Spagna.
“La strada che i viticoltori veneti devono perseguire è quella della sostenibilità e dell’innovazione. Solo così sarà possibile rimanere in testa nella classifica mondiale del commercio di vini di qualità, che vede il Veneto quarto esportatore assoluto, con più di 2 miliardi di € nel 2016”.
Con questa sottolineatura l’Assessore regionale Veneto all’Agricoltura, Giuseppe Pan, ha presenziato, giovedì 10 agosto, all’ìannuale incontro promosso de Veneto Agricoltura, a Legnaro (PD), per la illustrazione delle previsioni vendemmiali 2017.
Incontro, che ha registrato una ampia e interessata partecipazione di operatori, tecnici, rappresentanti di Consorzi, docenti universitari e produttori, per conoscere in “presa diretta” i dati previsionali della vendemmia 2017. Non solo quelli del NordEst ma anche quelli delle principali regioni vitivinicole italiane (Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana, Puglia e Sicilia), e di Francia e Spagna: per l’occasione sono stati attivati collegamenti in diretta, via Skype, con esperti locali.
In sintesi, il quadro europeo vede un generalizzato calo produttivo tra il -10/15%. Le ipotesi più accreditate sono: 42-43 mio/hl per Italia, 40 per Spagna, 38 per Francia. Per l’Italia il calo più marcato sembra quello della Sicilia, con punte prossime al -50%, e della Toscana.
Principali cause, l’andamento siccitoso associato alle alte temperature estive e alle gelate tardive di aprile.
Anche l’area triveneta ha subìto le medesime condizioni negative. Il bicchiere mezzo pieno, è proprio il caso di dirlo, sarà peraltro fornito dall’ottima sanità e quindi qualità delle uve, dovuta alla difficoltà di sviluppo degli agenti funginipresenti con climi piovosi.
I viticoltori veneti (e non solo) concordano che: se da qui in avanti il meteo non farà le bizze, la vendemmia 2017 potrebbe riservare grandi soddisfazioni.
Tradotto: il vigneto sta entrando nella fase cruciale e a pochi giorni (molti hanno già iniziato, peraltro) dall’avvio della vendemmia (a cavallo di Ferragosto saranno vendemmiate le uve Pinot e Chardonnay per base spumante) i “vigneron” nostrani incrociano le dita per avere giornate di sole, notti fresche e qualche leggera pioggia ristoratrice.
In rifferimento alla qualità si deve sottolineare che: l’accumulo zuccherino sta procedendo su livelli normali o superiori al consueto; il calo acido ovviamente risente delle alte temperature e vi sono casi nei quali il Pinot Grigio ha consumato in gran parte il suo contenuto malico.
Nei vini rossi è potenzialmente possibile il pericolo di un “disaccoppiamento” tra accumulo zuccherino e maturazione fenolica; mentre nei bianchi per ora gli aromi più favoriti dalle condizioni meteo sono quelli legati alla trasformazione della clorofilla e xantofille nei sentori di frutta matura sotto la guida delle alte temperature.
Riguardo alle rese produttive, allo stato attuale è su valori medi, non certamente di abbondanza, e questo per due motivi: i danni da gelo e la minor fertilità delle gemme, che mediamente ha interessato tutti i vitigni, fatto dovuto anche all’alta produzione del 2016.
Ora in dettaglio le prime stime produttive per provincia del Triveneto.
Verona
La previsione produttiva dovrebbe mantenersi sugli stessi livelli del 2016 per l’area Valpolicella, mentre nei comprensori di pianura sono possibili cali dovuti alle gelate di aprile. L’entrata in produzione dei nuovi vigneti inciderà con un aumento della resa complessiva del +3%.
Vicenza
In collina si presume una produzione in linea se non superiore a quella del 2016. Nelle zone di Breganze la produzione potrebbe essere superiore a quella degli ultimi anni a condizione che non si verifichino eventi grandinigeni significativi. Per le zone del medio basso vicentino e quelle di pianura, considerati i danni avuti dalla gelata di aprile e la minor produzione dei vigneti privi di irrigazione di soccorso, si stimano le seguenti rese: Pinot Grigio, Glera, Chardonnay - 20-25% a causa della minor fertilità e danni da brinata; Merlot -15% a causa dei danni da brinata; Garganega -10% a causa dei danni da brinata; Pinot Bianco, Sauvignon, Cabernet e Carmenere, Manzoni Bianco, Tocai Rosso: rese invariate. L’entrata in produzione dei nuovi vigneti inciderà sulla resa complessiva per un +3/4%.
Belluno
Salvo imprevisti, le stime produttive prevedono in generale una produzione equivalente a quella registrata nel 2016. Si stima un aumento del +10/15% di resa per l’entrata in produzione di nuove superfici che riguardano in particolare Glera, Pinot Grigio e Pinot Nero.
Padova e Rovigo
In condizioni di ordinarietà e grazie al buono stato fitosanitario è possibile stimare una produzione in linea con quella del 2016 sia per le uve a bacca nera che per quelle a bacca bianca. L’entrata in produzione dei nuovi vigneti inciderà con un aumento della resa complessiva del +4-5% per la provincia di Padova e del +2% circa per quella di Rovigo.
Treviso
Rispetto al 2016 si stima una produzione inferiore del -10% malgrado l’entrata in produzione dei nuovi vigneti. Le cause sono soprattutto la minore fertilità per il Glera, le gelate del 19-21 aprile e le grandinate che hanno colpito parte del territorio provinciale. Con riferimento ai principali vitigni: Pinot grigio -5%, la maggiore fertilità è controbilanciata dall’effetto della gelata; Glera -10/20% per minore fertilità e rare conseguenze della gelata (si tratta del vitigno dal germogliamento più precoce) tenuto conto della capacità di recupero che caratterizza la varietà. L’apporto dell’entrata in produzione dei nuovi vigneti sul totale si stima intorno al +2-3%.
Venezia
La produzione totale è prevista con una diminuzione di circa il -10% a causa delle gelate primaverili e di una minor fertilità delle gemme, tuttavia per il Pinot Grigio e il Glera si stima un aumento del +10% dovuto all’entrata in produzione dei nuovi impianti. Per le uve a bacca nera è previsto un calo produttivo del -15% dovuto alla riduzione delle superfici vitate.
Bolzano
Si attendono dei quantitativi di uva inferiori di circa il -10% rispetto al 2016. Alcuni vitigni, come per esempio lo Chardonnay, presentano dei grappoli spargoli per cui i quantitativi si annunciano ridotti; riduzione riconducibile ad una fase di siccità durante la fioritura e per qualche singolo vigneto alle gelate invernali e alle quelle tardive di aprile. I nuovi vitigni che entrano in produzione quest’anno sono principalmente dei vitigni resistenti alle malattie fungine come le varietà Bronner, Muscaris e Solaris. Per ora non si tratta di superfici consistenti, di conseguenza non andranno ad incidere in maniera importante sulla resa complessiva del vigneto dell’Alto Adige.
Trento
Fino all’altro ieri sera, vigilia dell’incontro di Legnaro, in provincia di Trento si prevedeva un incremento complessivo di produzione del +2%. Nella serata di mercoledì 9 agosto è stata registrata però una forte grandinata, segnalata a Veneto Agricoltura dagli stessi Uffici preposti dell’Amministrazione provinciale. I danni sono ancora da quantificare. In ogni caso, viene segnalato un calo della varietà Marzemino, buona invece la produzione di Merlot, Teroldego, Pinot Grigio. Le cause: il peso medio dei grappoli più elevato e il fatto che non si registrano, al momento, danni da patogeni. L’incidenza dell’entrata in produzione dei nuovi vigneti risulta essere trascurabile (+1%).
Friuli-Venezia Giulia
Si prevede, rispetto al 2016, una contrazione della produzione nell’ordine del -5-7% per alcune varietà precoci (Pinot, Chardonnay) a seguito della gelata tardiva dello scorso mese di aprile. Per le altre varietà i livelli produttivi sono simili a quelli degli anni precedenti. Va tenuto presente che con la vendemmia 2017 sono entrati in piena produzione i vigneti impiantati nel 2014 ed iniziano a produrre gli impianti 2015. La produzione totale regionale si stima quindi a un livello prossimo a quello delle due annate precedenti, vale a dire oltre 2,7 milioni di quintali di uva, di cui circa 2,3 a bacca bianca.