Non bastavano i tentativi di affossamento di cui, con quasi quotidiana puntualità, sono oggetto le nostre produzioni agroalimentari di qualità tipiche e tradizionali, tutte – tanto per la cronaca – soggette a continui controlli da parte degli organi preposti (uffici igiene, carabinieri, corpo forestale e finanzieri), e dopo i fuorvianti e discriminatori sistemi di etichetta a semaforo adottati da Gran Bretagna e Francia, anche l’Onu, in collaborazione con l’Oms, sta tentando di ‘colpire’ pesantemente la qualità del made in Italy.
A fare le spese di questa insensata campagna (tendente a destabilizzare un sistema che grazie alla fedeltà di tradizioni, che si perdono nella notte dei tempi, garantiscono all’intera umanità tipicità ineguagliate per caratteristiche di produzione, salubrità e sapidità) per condizionare il consumo di tutte le nostre eccellenze agroalimentari. L’olio extra vergine di oliva come, ad esempio, il Parmigiano reggiano, Gorgonzola e Prosciutti, rientrano, infatti, tra i prodotti messi sotto accusa per il contenuto di grassi, zuccheri e sale, nonostante numerose ricerche scientifiche abbiano ampiamente dimostrato le proprietà benefiche per la prevenzione del rischio cardiovascolare e la ricchezza di sostanze fenoliche bioattive e antiossidanti.
Una tematica che è stata affrontata, tra l’altro, in un recente summit scientifico, a Roma, nell’ambito del Comitato Oms Europa, presenti 53 ministri della sanità, del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e del direttore generale dell'Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus.
“Negli ultimi 20 anni, secondo i dati del COI, il consumo pro-capite di olio di oliva è diminuito, passando da 13 kg a 10,5 kg e rappresenta il 4% dei consumi dei grassi da condimento nel mondo, siamo quindi lontanissimi da quantitativi preoccupanti – ha sottolineato David Granieri, presidente di Unaprol, la più importante organizzazione nazionale di produttori olivicoli e oleari –. A questa situazione l’Onu, oltre alle immagini choc, sta tentando di far attuare sistemi di tassazione per colpire i prodotti della dieta mediterranea, nonostante sia stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità e garanzia di longevità. Una palese contraddizione che deve far riflettere, anche alla luce del via libera a tutti i prodotti dietetici e poveri di zuccheri delle multinazionali che sembrano contare più della scienza: promosse, dunque, tutte le bibite gassate ricche di aspartame, bocciato l’olio extra vergine di oliva. Scelte incomprensibili che disorientano i consumatori e penalizzano molte delle nostre eccellenze a partire dall’olio che rimane un punto di riferimento per qualità e sicurezza, visti i controlli rigorosi, a differenza di quanto avviene in altri Paesi”.