Grande crescita nel comparto alimentare, a dirlo è Food Industry Monitor, l’osservatorio di riferimento sulle performance delle aziende italiane del settore agroalimentare, condotto dal gruppo bancario Ceresio Investors e dall’Università di Scienze Gastronomiche (Unisg)di Pollenzo (Cuneo).
Secondo i dati forniti, per il 2018 l’incremento del comparto alimentare è stato del 3,1%, ma si prevede che pure per il biennio 2019-2020 vi sia una crescita cumulata del 5,9%.
I settori che hanno migliorato di più sono stati quelli delle farine, delle attrezzature alimentari, del caffè, dei surgelati, dell’olio extra vergine d’oliva, del packaging e del vino; buoni risultati anche per acqua, dolci, birra e pasta.
Uno dei punti deboli è la bassa percentuale di aziende che utilizzano per le vendite il canale commercio elettronico, solo il 30%.
Oltre il 70% delle aziende alimentari analizzate è orientato a produrre secondo la tradizione della cucina italiana, tanto che, negli ultimi dieci anni, sono cresciute più di quelle che non hanno fatto la stessa scelta. Di queste il 68% delle aziende si avvale di fornitori artigiani, o contadini, e, con questi, hanno rifornimenti molto duraturi e ne sostengono lo sviluppo.
Si stima che tutti i comparti del cibo nel prossimo biennio avranno un aumento delle esportazioni di un +6,7%.
Olio extra vergine d’oliva
Bene per le scelte di quei produttori d’olio extra vergine d’oliva che hanno investito sul branding e sulla comunicazione, puntando su nicchie di mercato e premium price basati sulla qualità percepita.