L’Italia della trasparenza nel settore dell’olio di oliva non ha timore di dichiarare un calo fisiologico del 37% rispetto alla produzione del 2015 e mette paura al mercato del falso “made in Italy”.
Lo riporta una nota dell’Unaprol che evidenzia: “il nostro Paese, la cui prima previsione di produzione porterà il raccolto a circa 300 mila tonnellate nella campagna 2016/17, è l’unico al mondo a poter competere sul mercato mondiale con un quantitativo di produzione certificata, dichiarata ufficialmente anche nei consessi internazionali”.
Un comportamento che non ha eguali nelle dichiarazioni degli altri Stati produttori dove non vi sono sistemi, come il SIAN in Italia, in grado di monitorare già nella prima fase di trasformazione quantitativi di olive conferite e di olio trasformato.
In difesa di questo patrimonio l’Italia ha sviluppato un sistema di anticorpi con nove diverse agenzie di controllo che rappresentano un deterrente, e una garanzia di sicurezza, contro il sistema delle frodi e sofisticazioni.
“Si deve, continua l’Unaproil, alle AASSLL, all’ ARPA, a Agenzia delle Dogane, al Corpo Forestale dello Stato,all’ Ispettorato Centrale per il controllo della qualità e la repressione delle frodi, alla Guardia di Finanza, ai Carabinieri del NAS e del NAC ed ai laboratori di analisi del Ministero della Salute, la capacità di contrastare, con grande attenzione e tempestività, i fenomeni criminosi che sono ben definiti e sanzionati da leggi come la “Salva Olio” (Legge Mongiello), in vigore dal 2013.
In Italia, ogni anno, il sistema di monitoraggio posto in essere dal solo Ministero della Salute effettua, mediamente, circa 20 mila controlli sui prodotti alimentari e le irregolarità nel settore oleario sono il 13% in meno rispetto ad altri prodotti.
“Questo sistema – sottolinea Unaprol – è una assoluta garanzia per i consumatori e una tutela per le aziende e imprese serie di questo Paese che vengono danneggiate da pratiche commerciali e comportamenti scorretti”.