Le scienze economiche l'Indice dei prezzi al consumo, a volte indicato anche come indice dei prezzi al dettaglio o CPI - Consumer Price Index, nella forma inglese, è una misura di calcolo che è formata dalla valore intermedio, media, dei prezzi di uno specifico paniere di beni e servizi, che ha come riferimento le abitudini di acquisto di un consumatore medio.
Ebbene, in questo trascorso mese di settembre 2019, che l'indice nazionale dei prezzi al consumo stimato dall’ISTAT è diminuito dello 0,6% su base mensile, anche se a livello di base annua abbiamo ancora, rispetto al 2018 un aumento dello 0,3%.
Per quello che interessa a noi l'indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie registra una diminuzione dello 0,7% su base mensile e un aumento dello 0,1% rispetto a settembre 2018.
In 10 anni la spesa mensile delle famiglie italiane è cresciuta a fatica del +3,4%, e, all’interno di questi costi, quella per gli alimenti ha subito una contrazione del -1,9%, passando da 466 a 457 euro mensili. In questo periodo l’inflazione è cresciuta complessivamente del +15,8%: ciò significa che l’incremento di spesa in termini reali ha subito un netto rallentamento: le famiglie in sostanza hanno reagito alla crisi economica del 2008 modificando profondamente le proprie abitudini di spesa, acquistando meno e indirizzando le proprie compere verso punti di acquisto più economici, come i discount, che n questi ultimi cinque anni hanno visto le loro vendite crescere del di circa il 10%.
Vi sono anche differenze della spesa a livello regionale: nel Sud Italia la quota di consumi dedicata agli alimentari risulta più elevata rispetto al Nord, tanto che in Calabria, Basilicata e Campania più del 23% della spesa mensile è destinata proprio al cibo, mentre le regioni che hanno una minore spesa per gli alimenti sono l’Emilia Romagna e la Lombardia.