SOS A TAVOLA PER L’ACCORDO CON I PAESI MERCOSUR
al top per rischi alimentari e ombre per lo sfruttamento del lavoro minorile
E’ allarme sicurezza a tavola per l’accordo voluto dall’Unione Europea con i Paesi del Mercosur, comunità dell’America meridionale di cui fanno parte Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay. Su alcuni dei quali gravano pesanti accuse, per i gravi rischi alimentari e per lo per sfruttamento del lavoro minorile, di molti dei prodotti che esportano anche in Italia.
Lo ha sottolineato la Coldiretti nell’ambito del Vertice tra i Commissari europei e le controparti del Mercosur per la chiusura del negoziato.
Dopo il grande scandalo mondiale sulla carne avariata che ha coinvolto il Brasile a preoccupare è, al presente, il via libera all’ingresso nei confini europei di un contingente agevolato di 99mila tonnellate di carne bovina in aggiunta alle 90.000 tonnellate di pollame con gravi preoccupazioni per l’aspetto sanitario.
In proposito, vale la pena ricordare che il manzo refrigerato e il pollame provenienti dal Brasile sono classificati, per i casi di Escherichia Coli-Shigatoxin, nella top ten dei cibi più pericolosi per il numero di allarmi alimentari che hanno fatto scattare in Italia nel 2018 secondo le elaborazioni Coldiretti su dati RASSF.
In Brasile dall’inizio dell’anno, inoltre, - sono stati reso utilizzabili ben 211 pesticidi molti dei quali sono vietati in Europa. .
A parte ciò, i Paesi del Mercosur hanno chiesto concessioni nel settore dello zucchero che potrebbero aumentare le difficoltà della produzione comunitaria e lo stesso discorso vale per il riso e per gli agrumi, in merito ai quali si temono problemi fitosanitari specie per i prodotti provenienti dagli stati sudamericani contaminati da Black-spot o Macchia nera, una malattia non presente in Europa, dove rischia di diffondersi con effetti disastrosi.
Nel negoziato, infine, è tutelato meno del 10% delle specialità Made in Italy, il che rappresenta un tacito ‘via libera’ ai prodotti del Made in Italy taroccato particolarmente fiorente in quelle aree e su quei mercati.
“E’ più che opportuno che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri, garantendo che dietro gli alimenti in vendita sugli scaffali ci sia un analogo percorso di qualità che riguarda l’ambiente, il lavoro e la salute” ha affermato con fermezza il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, ribadendo l’assunto come “il settore agricolo non debba diventare merce di scambio negli accordi internazionali senza alcuna considerazione dell’impatto, pesante, che si ripercuote, sul piano economico, occupazionale, ambientale e sui territori, per tutto il settore primario italiano e della UE”.